Il 25 aprile è sempre.
Una domanda attraversa il mondo, oggi come 71 anni fa: cambiamento.
La pace al posto della guerra, la libertà al posto dell’oppressione, l’uguaglianza al posto delle disuguaglianze, l’unità al posto della divisione, l’inclusione al posto dell’esclusione.
Dopo la barbarie nazifascista solo la civiltà della democrazia ha avuto la forza di cambiare le cose.
La stessa domanda di cambiamento, la stessa fiducia nella democrazia possono affrontare i drammi del tempo presente: le guerre, le violenze, il potere dei pochi, l’esclusione dei più deboli. In Italia, in Europa, nel mondo.
Chi cambiò la storia 71 anni fa?
Donne e uomini di ogni età e condizione sociale che decisero di ribellarsi. Di resistere. Come i fratelli Cervi, anche al prezzo della vita. Furono coscienze consapevoli che alla disumanità si doveva rispondere con i valori più grandi dell’umanità aprendo così una storia nuova per il mondo. Non avevano mezzi, opposero solo se stessi. Così arrivò il 25 aprile. Dalla Liberazione venne per la prima volta il voto alle donne e poi la Repubblica, la Costituzione, nuove amministrazioni locali, un Parlamento democratico, in una parola la democrazia. Con la democrazia cambiò l’Italia.
Guai se le coscienze non restano vigili. Abbiamo capito in questi decenni che la democrazia può indebolirsi e con essa è a rischio l’intero Paese. La politica può perdere la capacità di guida, l’etica pubblica non è più rilevante, la criminalità organizzata si insedia perfino nelle nostre terre, nella distrazione e nel silenzio di molti. Arriva il momento, ed è questo, in cui una nuova visione del futuro deve suscitare cambiamento e speranza contro ogni paura. Solo una nuova Italia, una nuova Europa, possano vincere le sfide drammatiche del nostro tempo. Ancora una volta è l’intero popolo che deve sollevarsi con coraggio ritrovando fiducia nella democrazia.
A Casa Cervi, oggi, c’è questo popolo, ci sono le voci della Resistenza e dell’Italia democratica, la voce della nuova Birmania di Aung San Suu Kyi, la speranza di pace della Siria. Ancora una volta ci saranno dei prezzi da pagare, ma tutto ciò che ha valore ha dei costi. Allora pagarono un prezzo enorme. E noi, quale prezzo siamo disposti a pagare perchè l’umanità non torni indietro?
È il tempo delle donne, 70 anni dopo il primo voto. Il mondo attende il loro impulso, nella società e nelle istituzioni, al vertice dell’Onu e dei grandi Paesi. Il 25 aprile di oggi, come quello di 71 anni fa, è una grande porta spalancata sul futuro.
È sempre il 25 aprile.
È il nostro 25 aprile, questa volta tocca a noi.
Albertina Soliani
Presidente Istituto Alcide Cervi