Grazie per questo convegno.
Da Casa Cervi, dove si è pagato uno dei prezzi più alti per configgere il nazifascismo. Perché mai più ritornasse nella storia. La fine del nazismo ha coinciso con l’alba di un mondo nuovo.
Settant’anni dopo dobbiamo sapere che cosa è stato, che cosa siamo stati. Il nazismo ci riguarda, è dentro la nostra storia di europei. Noi oggi siamo europei, noi europei siamo stati nazisti, nazifascisti.
Nazismo, una parola. La sua alternativa: Europa.
Ieri l’altro nell’aia di Casa Cervi, con Mark Weinmeister, Sottosegretario dell’Assia, abbiamo parlato di Europa. Mi ha detto che vede le difficoltà ma ha fiducia. Nelle città della Germania oggi molta gente manifesta per l’Europa.
Il rischio del ritorno al passato è evidente. Avvertiamo le pulsioni di allora: la paura, il razzismo, la violenza, i muri.
Sappiamo che è stata la società normale a tollerare il nazismo. L’orrore e la normalità, l’orrore che nasce con i riti della democrazia, il voto popolare, le lobby sopratutto economiche, la propaganda, oggi diremmo la comunicazione. E’ stata una scelta politica, che non ha saputo controllare le estreme conseguenze della propria decisione.
Come abbiamo potuto, come è potuto nascere, come è riuscito a essere irresistibile. La natura del nazismo ne racchiude la contemporaneità.
Nel suo saggio “Dieci anni dopo, un bilancio sul limitare del 1943” Dietrich Bonhoeffer parlerà del venir meno di qualcosa di solido sotto i piedi, del coraggio politico che era venuto a mancare, dell’azione responsabile così necessaria, della stupidità, della compassione, dello sguardo dal basso.
Il nazismo come consenso, il sì collettivo. La Resistenza come dissenso dei pochi. Scriverà Bonhoeffer l’8 giugno 1944:
“il mondo dice:
è sempre stato così, sarà sempre così.
il giusto si alza
e con coraggio dice:
Non deve essere così”
Penso ai tempi nostri, guidati dalla paura, dal razzismo, dalla violenza, dalla guerra. Sotto altre forme è lo stesso istinto, degli individui e delle masse.
Mi domando: chi resiste. Nazismo e Resistenza sono insieme. Ecco la parola per il nuovo convegno: Resistenza.
Viviamo un tempo di grandi opportunità, nel mondo globale le cose fondamentali sono poche, assai evidenti: le comunità, il potere, la democrazia come risposta ai bisogni primordiali. Qui e nel mondo: è in gioco la stessa cosa. E’ necessaria l’alternativa umana e politica.
Il compito dell’università, delle istituzioni, delle associazioni, dei luoghi di pensiero e di ricerca è questa capacità di sintonizzarsi con le domande di molti. Connettersi, non separarsi, per assumere responsabilità nell’oggi e costruire il futuro. Questo convegno è un esempio.
Buon lavoro.
Albertina Soliani
Presidente Istituto Alcide Cervi