La scomparsa di Nani Tedeschi ci rattrista e ci coglie di sorpresa. Un artista acuto, sensibile alla memoria e alla sua trasmissione nel tempo presente.
La dedica con cui Nani Tedeschi apre il catalogo della mostra “La Terra delle lucciole”, organizzata al Museo Cervi qualche anno fa, dice già molto: “Alla Famiglia Cervi, custode di storia e sentimenti”.
È stata così la sua pittura, che a una profonda conoscenza dell’arte contemporanea sensibile alla sperimentazione di nuove tecniche, univa un’attenzione particolare alla storia e al mondo contadino, ai suoi valori morali e civili, nel senso di un’arte non chiusa in sé, ma rivolta invece alle persone, di cui Nani Tedeschi – mai dimentico delle sue radici reggiane, della Bassa – sapeva cogliere vissuti e sentimenti, storie personali e collettive.
Nascono da questa predisposizione i ritratti che Nani ha dedicato a Genoeffa ed Alcide Cervi, ritratti forti che rimandano a un mondo contadino fatto di lavoro, di sofferenze, ma anche di gioie, e di quei valori universali che la famiglia Cervi insieme ad altre riverserà nella Resistenza. Fra le tante altre collaborazioni, Nani Tedeschi ha anche illustrato il libro-diario di Margherita Cervi, vedova di Antenore, “Non c’era tempo di piangere”, con tavole che rappresentano un racconto nel racconto, capaci come sono di restituire uno spaccato straordinario di vita e di impegno.
Mancherà a noi come a tutti il suo sguardo di artista sul mondo, ma sappiamo anche che rimangono le sue opere a parlarci, continuando a farci capire sempre qualcosa in più, di noi e delle nostre radici e del nostro cammino.
A Manuela, compagna di una vita, sempre partecipe del suo percorso umano ed artistico, e ai suoi due figli un affettuoso abbraccio.
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