Gli alberi delle case rurali

Fino a qualche anno fa (e oggi solo in pochi casi) era possibile individuare il verde caratteristico e gli alberi particolari che circondavano le case rurali.

Il contadino non curava ciò che non aveva pratica utilità e non esisteva attorno alla casa un giardino come oggi lo concepiamo. Tutti gli spazi dovevano essere funzionali ad una precisa finalità economica. Non c’erano pini, cedri, cipressi o tuie, ma alberi “utili”. Veniva data molta importanza all’orto: l’ôrt l’é un mèz pôrch, “l’orto vale quanto un mezzo porco”, è prezioso come il maiale.

Vicino a casa, nel luogo maggiormente esposto al calore solare, non mancava il Fico; ai lati di quasi tutte le aie contadine si trovava un grande Noce che, oltre a fornire frutti per l’inverno, costituiva d’estate un ombreggiato riparo per i carri, per gli attrezzi e naturalmente per gli uomini. Il Sambuco nero veniva piantato nel lato nord ovest della casa; aveva soprattutto valore per le sue qualità officinali: con decotti e infusi, che si ricavano dalle sue parti, si curavano le malattie che colpivano le bestie e gli uomini.

Intorno all’aia, o comunque vicino a casa anche per evitare i furti, c’erano gli alberi da frutta. Per lo più ciliege, prugne e mele. Numerose comunque erano le varietà dei frutti coltivati con tempi di maturazione tali da permetterne il loro utilizzo per molto tempo.

 

Torna alla mappa virtuale del Parco Agroambientale

Prova anche

Scuola di Paesaggio «Emilio Sereni» 2024 – XVI edizione

Dal 27 al 31 agosto 2024 si terrà la XVI edizione della Scuola di Paesaggio «Emilio Sereni», consolidata esperienza di studi superiori sul paesaggio, quest'anno intitolata "Paesaggi migranti".