La civiltà contadina e la casa contadina

La casa contadina rappresenta una delle componenti più significative del paesaggio agrario, un centro di attrazione immediato per i campi e le strade poderali. Essa svolge una duplice funzione: abitativa e produttiva. Sorge vicino al luogo di lavoro, ai campi coltivati dalla famiglia, ha una struttura semplice ed essenziale, per comodità e tecnica costruttiva, funzionale al lavoro, al ricovero degli animali e allo stoccaggio dei loro alimenti e, per ultimo, all’abitare della famiglia del contadino, proprietario, affittuario o mezzadro che sia. A lui è riservata la superficie più contenuta dell’intero complesso rurale.

La tipologia edilizia maggiormente presente nostra zona è quella a porta morta (o a elementi giustapposti) come è Casa Cervi. Le altre tipologie, pur presenti ma in numero minore, sono: a elementi separati, a corte chiusa, a corte aperta, e poi son presenti anche le case bracciantili.

La casa con “porta morta” si sviluppa orizzontalmente su pianta rettangolare allungata; l’abitazione e il rustico sono direttamente adiacenti e separati da un porticato. Cucina e stalla sono al piano terra, camere da letto e fienile al piano superiore. Non esistono compenetrazioni dell’abitazione con il rustico. Solitamente la facciata è rivolta a sud, la stalla-fienile a destra (est) e l’abitazione a sinistra (ovest). Il portico serve da rimessa per gli attrezzi agricoli e da stoccaggio dei prodotti dei campi. La porta morta è la grande apertura ad arco posta nel punto nodale di congiunzione tra rustico e abitazione.

Questa forma insediativa è caratteristica della piccola azienda, indice di un moderno appoderamento della terra, dell’intensificazione delle colture e dell’aumento della popolazione.

 

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