La pastasciutta distribuita dai Cervi in piazza a Campegine non fu solo un momento di festa, ma anche un modo simbolico per riappropriarsi del luogo principe della socialità cittadina
riconvertito da anni a spazio dedicato unicamente agli eventi legati al partito fascista. Nel 1931 furono vietati gli assembramenti di persone in luoghi pubblici o aperti al pubblico senza l’autorizzazione del Questore. In particolare furono vietate tutte le riunioni di stampo politico o che potessero apparire sediziose nei confronti dell’autorità.
Ben presto la piazza divenne un luogo dove celebrare il partito: era nelle piazze che si ascoltavano i discorsi del Duce o che i giovani prendevano parte al sabato fascista. I Cervi, più o meno coscientemente, si riappropriano di quello spazio distribuendo festosamente la pastasciutta alla popolazione di Campegine.
Quando gli stessi carabinieri si avvicinarono per disperdere l’assembramento non sapevano che fare: i giorni subito dopo il 25 luglio erano divenuti una terra grigia, non si capiva più quali regole valessero ancora e quali no. Alla fine anche loro si unirono ai festeggiamenti godendosi quell’apparente attimo di pace.
L’origine della Pastasciutta Antifascista
Vi ricordiamo i nostri canali social:
Museo Cervi
Istituto Alcide Cervi
Biblioteca Archivio Emilio Sereni
Fonte immagine copertina: Benvenuti a Campegine