Presentazione online
24 marzo 2021 • Ore 16:00
Il 24 marzo 2021 alle ore 16 si terrà la presentazione online del volume La Coldiretti e la storia d’Italia (Donzelli Editore, 2020), di Emanuele Bernardi, Professore in Storia contemporanea presso il Dipartimento di Storia, Antropologia, Religioni, Arte e spettacolo presso l’Università “Sapienza” di Roma. L’incontro inizierà con il saluto di Albertina Soliani, Presidente dell’Istituto Alcide Cervi; interverranno i professori Giorgio Vecchio (Università di Parma), Presidente del Comitato Scientifico dell’Istituto Alcide Cervi, Giacomina Nenci (Università di Perugia) e Sandro Rogari (Università di Firenze).
L’incontro sarà disponibile in diretta live sui canali dell’Istituto Alcide Cervi:
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Emanuele Bernardi (curriculum) è Professore in Storia contemporanea presso il Dipartimento di Storia, Antropologia, Religioni, Arte e spettacolo, Università “Sapienza” di Roma.
Tra i suoi lavori, La riforma agraria in Italia e gli Stati Uniti, il Mulino-Svimez, Bologna, 2006; Riforme e democrazia. Manlio Rossi-Doria dal fascismo al centro-sinistra, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2010, e Il mais “miracoloso”. Storia di un’innovazione tra politica, economia e religione, Carocci, Roma, 2014.
La Confederazione dei coltivatori diretti è ancora oggi largamente rappresentativa del mondo agricolo italiano, ma la sua storia, iniziata con la fondazione nel 1944 e intrecciata inestricabilmente alle vicende più generali del nostro paese, è ancora poco conosciuta: una lacuna che questo libro intende colmare.
Dedicato agli anni cruciali della lunga presidenza di Paolo Bonomi (1944-1980), basato su un’amplissima gamma di fonti, ricco di suggestioni, spunti e curiosità, il volume ripercorre sia la dimensione locale della Coldiretti, sia i legami internazionali che contribuirono alla sua crescita.
L’autore conduce il lettore nelle stanze dell’organizzazione, seguendone il percorso dalla fondazione all’insediamento a Palazzo Rospigliosi a Roma e fin nel Dipartimento di Stato a Washington, dove Bonomi si recò per la prima volta nel 1954.
Tra locale, nazionale e globale, la Coldiretti si vide coinvolta nei momenti più significativi della storia d’Italia: dagli appuntamenti elettorali alle crisi internazionali (le rivolte nel mondo sovietico del 1956 e 1968; il Muro di Berlino; la strage di piazza Fontana), dai problemi della produzione a quelli dell’ambiente e del welfare state; dalla centralità della quantità del cibo a quella della qualità, con l’affermarsi del «mangiare italiano».
Erede del processo di nazionalizzazione delle masse e del cibo avviato con la I guerra mondiale e dal fascismo, la Coldiretti visse così tutte le diverse fasi della vita della Repubblica e le contraddizioni di lungo periodo del “miracolo economico”, per confrontarsi con l’emergere di populismo, antipolitica e antieuropeismo, quasi che i recenti sviluppi politici e sociali del nostro paese trovino nella seconda metà del Novecento alcune delle loro radici e spiegazioni. Ne emerge il profilo di un’organizzazione capace di seguire i propri associati dalla culla alla tomba, ma anche in grado di influenzare la storia nazionale.