“Cari Amici” di Albertina Soliani – 3 maggio 2021

 

 

Casa Cervi, 3 maggio 2021

 

Cari Amici,

la Resistenza da noi circa ottanta anni fa, la Resistenza in Birmania oggi. Intrecciate in questi giorni, da una domenica all’altra.

Ieri, 2 maggio, sono stata a Milano insieme alla Comunità birmana che è in Italia per manifestare per la Primavera birmana, come è avvenuto in altre città del mondo.
A Milano, la capitale d’Italia della Resistenza. La sua liberazione il 25 aprile è diventata il simbolo della Liberazione dell’Italia. Altre città, in verità, si erano già liberate qualche giorno prima.

Domenica scorsa, 25 aprile, ero a Casa Cervi. Collegati con il resto d’Italia, e perfino nel mondo. Rivissuta poi nella puntata settimanale di Propaganda Live di Diego Bianchi. E con il racconto di Adelmo, figlio di Aldo. A Casa Cervi il 25 aprile è sempre aperto sul presente: così erano i Cervi, così sentiamo che è adesso il nostro 25 aprile. Ho scritto un articolo, pubblicato quel giorno sulla Gazzetta di Reggio e sul foglio di Casa Cervi Il Ribelle dei Campirossi. Potete leggerlo qui.

La Resistenza è una dimensione della vita, perché è la sua coscienza morale. Oltre che il motore della storia che cambia la storia. Dalle cose così come sono, al loro rovesciamento. Talvolta si chiamano rivoluzioni. Ma è sempre la resistenza dell’umanità contro la disumanità. È sempre l’inizio di un mondo nuovo.

Oggi è la Primavera birmana. 

Novanta giorni dopo il golpe, il potere è saldamente nelle mani dell’Esercito, ma non il governo del Paese. Paralizzato dalla disobbedienza civile, il CDM (Civil Disobedience Movement). La Resistenza del popolo è vincente. La repressione continua ad essere terribile, disumana: arresti, uccisioni, torture, vite in clandestinità, umiliazione dei cittadini, specialmente se donne, epidemia fuori controllo, impoverimento generale, mancanza di assistenza sanitaria. I militari che reprimono ovunque, nelle case, negli ospedali, in ogni settore; che impediscono internet e i social; bombardano i territori etnici da cui le persone fuggono a migliaia nella foresta. Un popolo intero imprigionato e tenuto schiavo dall’esercito che dovrebbe invece dargli protezione.

Il Tatmadaw spiega tutto questo con la necessità di assicurare ordine. Il concetto di ogni dittatura, fuori da ogni legalità.
In queste condizioni, i 378 parlamentari eletti, sfuggiti all’arresto e nascosti, hanno dato vita al CRPH (Committee Representing Pyidaungsun Hluttaw), emanazione diretta della volontà del popolo che ha eletto i suoi rappresentanti l’8 novembre 2020.

Il 16 aprile scorso, primo giorno del nuovo anno birmano, il CRPH ha dato vita al nuovo Governo di Unità Nazionale (NUG), il governo civile costituito di Ministri anch’essi in clandestinità, rappresentativi dell’NLD, il partito di Aung San Suu Kyi, e dei gruppi etnici, anche armati. Uniti per la prima volta, contro i militari. Sono come il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) da noi, allora.

A capo del nuovo governo restano il Presidente della Repubblica U Win Myint e il Consigliere di Stato Aung San Suu Kyi. Agli Arresti.
Il governo lavora, come può, per dare fiducia, sicurezza, sostegno al popolo e per parlare con il mondo.
Chiede di essere riconosciuto sul piano internazionale.

Io sono in contatto con loro, il CRPH e il Governo. E così alcuni amici dell’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania Giuseppe Malpeli e dell’Istituto Cervi. Lavoriamo per loro e con loro, nei modi possibili. Anche noi stiamo sperimentando cosa vuol dire lavorare resistendo.
Il prossimo 11 maggio l’Istituto Cervi, in collaborazione con il Governo Civile del Myanmar, organizza una videoconferenza tra otto parlamentari italiani, dei diversi gruppi politici, e otto parlamentari del Myanmar. I Parlamenti sono la base della democrazia.

Analoga iniziativa stiamo preparando con il Parlamento europeo.

È urgente trovare anche canali di aiuti umanitari, presto la fame e la povertà colpiranno la popolazione. Stiamo lavorando, con le istituzioni e con le organizzazioni umanitarie, per stimolare la comunità internazionale perché dia sostegno al popolo del Myanmar, politico e materiale.

Come sapete, le organizzazioni internazionali – ONU, UE, ASEAN – e i grandi Paesi come Cina, USA, Russia, Gran Bretagna hanno i loro tempi e modi.
Il popolo del Myanmar lo ha capito, ha preso in mano il suo destino perché sa che il futuro del Myanmar è soprattutto nelle sue mani.
Noi siamo con loro, più che mai consapevoli che le democrazie, nascenti o mature, hanno sempre bisogno di cura, di protezione, di difese. Sul piano internazionale sembrano oggi vincenti le dittature, gli autoritarismi, le violazioni dei diritti con le conseguenti violente repressioni.

Chi difende, oggi, le democrazie, con gli strumenti della politica, del diritto, della cultura civile? È tempo che le organizzazioni internazionali osino di più, attrezzandosi ad affrontare le nuove sfide.

Le comunità, dal basso, i cittadini possono essere protagonisti. Diversi Comuni in Italia, la Provincia di Parma, la Regione Emilia-Romagna, oltre che il Parlamento, si sono pronunciati sostenendo la resistenza del popolo birmano e la sua grande scelta per la democrazia.

Non sappiamo nulla di Aung San Suu Kyi, se non che il suo avvocato l’ha vista, in video, più magra. Pare che sappia qualcosa di quello che sta accadendo. Immagino la sua vita, al cuore del dolore e di una grande fiducia nel suo popolo. Dal 1 febbraio non può incontrare nessuno, nemmeno i suoi avvocati.

Alla richiesta del figlio Kim di poterla vedere o sentire è stato risposto di no.
Lei condivide fino in fondo la condizione del suo popolo.

Insisto nel mio proposito di andare in Myanmar, appena possibile.

L’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania Giuseppe Malpeli sta preparando una mostra fotografica che dal 12 maggio al 2 giugno sarà allestita a Parma presso il Palazzo del Comune, sotto i Portici del Grano. “Con il Myanmar, per la democrazia”.

La sera del 25 aprile una luce a Casa Cervi ha illuminato il volto di Aung San Suu Kyi, disegnato anni fa su una colonna insieme ad altri che sono di ispirazione per la democrazia.

In molti nel mondo resistono, per un’umanità migliore.
Il nostro futuro è nelle loro mani. Ci conducono nel mondo nuovo, se camminiamo con loro.

 

Grazie sempre.
Albertina

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«Stanno dominando la scena i pochi potenti, violenti, non interessati alla democrazia. Dominano il potere incontrollato, il denaro e la finanza, le disuguaglianze e il venir meno dei diritti. Interi popoli sono oppressi e devastati. Le Resistenze ci sono, specialmente con giovani e donne. Finito l'equilibrio del secondo dopoguerra, non si intravvede un nuovo equilibrio, una prospettiva di pace. Almeno ci fosse il dialogo, e il cessate il fuoco nelle terre in conflitto.»