Il cuore contadino – In ricordo di Gigi Cervi

“Nel ricordare Luigi Cervi, scomparso poche ore fa, non si può che partire dal suo sguardo timido e buono, che scrutava con attenzione e osservava con capacità di lettura. Di poche parole, precise e puntuali. Da quel sorriso accogliente e schivo che ha sempre messo tra sé stesso e l’umanità, tra la sua persona e la storia di cui faceva parte. Aveva un modo tutto suo per esserne orgoglioso, per essere un portatore fiero; eppure, discreto della vicenda Cervi, con tutto quello che era diventata, e che rappresenta oggi. 

È sempre complicato spiegare ai tanti cittadini e agli studenti cosa significa “essere un Cervi”, e comprendere la portata di un evento tragico di questa dimensione, e ancora di più essere travolti dal suo significato perpetuo, dalla necessità pubblica di ricordare e risignificare, rappresentare e raccontare, generazione dopo generazione. Luigi, che per tutti era solo Gigi, non era nato per essere un protagonista, ma ha sempre donato la sua testimonianza con naturalezza e generosità. Ogni volta. Rispondere alla domanda di memoria non era soltanto cortesia, ma un sereno dovere 

Gigi Cervi, nella “foto dei bambini”, che è un nostro modo confidenziale (appunto familiare) per descrivere la celebre immagine della famiglia Cervi nel 1945, è lì davanti, quasi indistinguibile dal fratello Ennio, di cui ha condiviso moltissimo nella vita e oltre. Insieme a Maria, la prima nata della nuova generazione, erano i figli di Antenore e Margherita; a loro volta, la prima famiglia dentro la famiglia. 

Gigi, lo zio Gigi, è stato un uomo dei campi, della silenziosa operosità comune a coloro che sanno la fatica della terra, degli animali, delle stagioni. Un uomo della terra, con la terra e per la terra. Perché così tramandava la memoria, con la serena capacità di chi è capace di attendere e poi, di raccogliere. Gigi è stato un uomo di casa, la sua e anche la Casa più grande, quella dei Cervi nel frattempo diventata molto di più. Ha accompagnato ogni trasformazione vivendola con dignità e disponibilità. E anche quando l’età e la salute lo hanno appesantito, non ha mai mancato un appuntamento importante, ai Campirossi. Tra i famigliari, tra la gente, nel presente.

Luigi Cervi, con la sua forza mite e silenziosa, ha resistito a lungo, all’età e agli acciacchi. Aveva il suo modo di resistere. Se ne è andato dopo aver dato tutto quello che poteva; forse non dopo aver detto tutto quello che ci poteva testimoniare. Del resto, Gigi era così, non era abituato ad iniziare i discorsi. Ci accompagnerà per sempre la sua umanità, la sua tenerezza. Lo saluteremo tutti insieme, nella sua Campegine lunedì, nel giorno del suo 89esimo compleanno.

Ciao zio. Ciao Gigi.”

Istituto Alcide Cervi
Domenica 23 marzo 2025

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