Nelle stesse ore in cui tutto il mondo ricorda i settantacinque anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz, scoperchiando il baratro della deportazione e dello sterminio nazista, nelle nostra bassa reggiana ignoti sono andati a cercare in mezzo alla campagna di Guastalla la pietra di inciampo dedicata a Aldo Munari, internato militare italiano morto durante la prigionia a Colonia. L’hanno scovata in mezzo ai campi, davanti alla sua casa natale. E l’hanno picconata con odio e rancore.
È accaduto in una zona remota, che ha consentito un gesto codardo e indisturbato. E’ successo in via Confini, ma siamo davvero oltre i confini della umanità e della dignità. Oltraggio demente e inutile, perché gli estremi della storia di resistenza e sacrificio di Aldo si possono leggere ancora, quasi tutti. I picchettatori di odio hanno fallito anche qui.
Alcuni scherzi del calendario sono serissimi, come quelli di collocare una importante elezione regionale, proprio in questa terra, a ridosso della Giornata della Memoria e di questo fatto increscioso, ultimo di una serie incalzante di sfregi alle vittime della deportazione e dell’antifascismo.
In una consultazione che ha visto un ritorno all’attualità di antichi spettri e nuove urgenze democratiche, i cittadini hanno risposto con una grande partecipazione, con la consapevolezza, con la voglia di contare e di contarsi. E conta davvero ogni notizia, ogni scelta di umanità, ogni singolo atto di testimonianza. E conta anche ogni singola visita a Casa Cervi, una casa di democrazia, sapere e resistenza. Ora e sempre.
La memoria non si piccona. Si ascolta.
ISTITUTO ALCIDE CERVI