Albertina Soliani all’Ambasciatrice del Myanmar in Italia: «Chiedo di poter incontrare Aung San Suu Kyi»

 

La Senatrice, Presidente dell’Istituto Alcide Cervi e amica di lunga data della Consigliera di Stato birmana, a Hmway Hmway Khyne, Ambasciatrice del Myanmar in Italia: «Cara Ambasciatrice, inoltro la mia formale richiesta di poter entrare in Myanmar e di poter incontrare Aung San Suu Kyi nel prossimo periodo. Chiedo di poter ricevere informazioni dirette sul suo stato di salute, anche attraverso una telefonata».

Queste le parole di Albertina Soliani, Presidente dell’Istituto Alcide Cervi, vice-presidente dell’ANPI Nazionale e già Presidente dell’Associazione Parlamentare Amici della Birmania, nella lettera formale inviata oggi a Hmway Hmway Khyne.

La Senatrice Soliani è da molti anni in un rapporto profondo con Aung San Suu Kyi e con il popolo birmano, anche attraverso numerosi progetti in ambito sociale, medico ed educativo a sostegno della popolazione del Myanmar, insieme all’Associazione per l’Amicizia Italia-Birmania Giuseppe Malpeli, con sede a Parma. Lungo e personale è il suo legame di amicizia con Aung San Suu Kyi, arrestata in seguito al golpe militare del 1° febbraio scorso e ora agli arresti domiciliari.

«Desidero manifestare a lei, e per il suo tramite all’intero Myanmar – continua Soliani nella lettera formale all’Ambasciatrice – il mio grande dolore e la mia profonda preoccupazione per la attuale situazione nel Paese, la violenza inaudita dei militari, le vittime civili della repressione, gli arresti arbitrari del presidente U Win Myint, della Consigliera di Stato Aung San Suu Kyi, di molti dirigenti e attivisti dell’NLD, di esponenti della società civile e dei gruppi etnici».

 

 

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“Cari Amici” di Albertina Soliani – 10 dicembre 2024

«Stanno dominando la scena i pochi potenti, violenti, non interessati alla democrazia. Dominano il potere incontrollato, il denaro e la finanza, le disuguaglianze e il venir meno dei diritti. Interi popoli sono oppressi e devastati. Le Resistenze ci sono, specialmente con giovani e donne. Finito l'equilibrio del secondo dopoguerra, non si intravvede un nuovo equilibrio, una prospettiva di pace. Almeno ci fosse il dialogo, e il cessate il fuoco nelle terre in conflitto.»