Parma, 15 giugno 2021
Cari Amici,
vi parlo di cose dolorose, e gloriose.
Non immaginabili, in questo tempo dell’umanità. In questo 21° anno del XXI secolo. Quando molto si è capito, molto si è sofferto, tutto si sa della dignità umana, del suo valore. Di quanto costa il loro annientamento. In Birmania inizia la fame, per migliaia di persone, si pensa per milioni nel prossimo periodo.
C’è emergenza di aiuti umanitari, ma non ci sono ancora canali sicuri e organizzati. I militari distruggono quello che intercettano, bruciano quintali di sacchi di riso. Il loro nemico è il popolo che resiste. A migliaia le persone sono fuggite nelle foreste, dai villaggi bombardati, senza cibo, medicine, aiuti di prima necessità.
Anche Aung San Suu Kyi è priva di mezzi di sussistenza. Ha chiesto ai suoi avvocati un po’ di contanti per la vita quotidiana sua e delle persone, alcune, che sono con lei. Non vuole avere a che fare con il denaro della giunta. Una specie di sciopero della fame, non sarebbe la prima volta. Anche nella precedente stagione degli arresti, dal 1989 al 2010, fece lo sciopero della fame e vendette i mobili di casa per mangiare.
Capiamo che vi sono persone malate che rifiutano le cure negli ospedali gestiti dai militari; e muoiono.
I militari hanno intimato ai suoi avvocati di non rivelare ai media ciò che dicono gli imputati. La partita è assai dura, gli avvocati continuano a riferire.
Nell’ultimo incontro hanno potuto dire a lei del mio lavoro internazionale: era felicissima. Un piccolo segno di vicinanza in tanta devastazione.
I militari continuano a uccidere, arrestare, torturare, rapire, bombardare. Ma non riescono a governare il Paese.
Circa 800 militari si sono allontanati, non condividendo. C’è da domandarsi come potrà vivere il popolo del Myanmar, una volta riconciliato, dopo tanta violenza. Sarà una nuova storia, con la forza della democrazia. Ci siamo passati anche noi, 75 anni fa.
Intanto, bisognerebbe fermare subito ciò che può determinare l’annientamento di un popolo. Il Card. Charles Bo e i Vescovi del Myanmar hanno inviato in queste ore un appello per aiuti umanitari. Hanno chiesto che i militari smettano di colpire le chiese, i monasteri, gli ospedali, i luoghi dove si rifugiano le persone. Hanno chiesto pace.
Continuo, e continuiamo in parecchi, a sostenere i resistenti e il popolo che ci è così caro. Vi allego il messaggio, molto chiaro, di una carissima giovane amica, di cui non possiamo dire nulla per proteggerla. Le sue parole sono rivolte a tutti noi.
Sabato 19 giugno è il compleanno di Aung San Suu Kyi. Sto cercando di mandarle, come sempre, tante rose rosse come i suoi anni, ora 76. Non so se si troverà un fiorista a Naypyidaw, con Interflora. E chissà se sarà a casa, lei, ma noi ci proviamo ugualmente.
Giovedì 17 giugno alle 19 ci troveremo con l’Associazione, e un gruppo di coristi, guidati la Leonardo Morini, per cantare, distanziati, “Va’, pensiero” e “Bella ciao” a Parma presso il monumento a Giuseppe Verdi in piazzale della Pace. Faremo il video, e lo manderemo in Birmania e nel mondo. Gabriella Monti, da Saronno, suonerà all’arpa il Canone di Pachelbel. Che ha suonato Aung San Suu Kyi, mentre ha cantato i due canti con noi nel prato della sua casa a Naypyidaw il 3 gennaio 2020, con il gruppo di amici. C’erano anche l’ex Presidente della Repubblica U Htin Kyaw, con sua moglie Daw Su Su Lwin. Cantavamo tutti.
Pregheremo per il Myanmar, e per lei, venerdì 18 alle ore 15 in videoconferenza con Religions for Peace e la Comunità dei birmani in Italia. Qui il programma e i link.
Lo stesso giorno, per chi è a Roma, ci troveremo alle 19 al Monastero delle benedettine di Santa Cecilia in Trastevere per i Vespri, e la preghiera per il Myanmar e per Aung San Suu Kyi. Come fanno da alcuni anni, nel giorno del plenilunio, caro alla tradizione buddhista.
Chi intende partecipare deve confermare a: info@religioniperlapaceitalia.
Vi domanderete, credo, cosa stanno facendo l’ONU, l’UE, l’ASEAN, la Cina, la Russia. Sapete bene. Le democrazie sono sotto attacco, sarà meglio che ce ne prendiamo cura noi. In Nicaragua, alla vigilia del voto, il Presidente Daniel Ortega, sandinista, arresta i suoi oppositori. Il diritto ad uso del potere, in giro per il mondo.
A casa Cervi abbiamo iniziato una Scuola di etica civile, che si svilupperà a settembre. La democrazia è nelle nostre mani, ne va del futuro dell’umanità. Molti hanno dato la vita, molti la stanno dando per essa.
Il giusto fiorirà come palma,
crescerà come cedro del Libano,
piantati nella casa del Signore,
fioriranno negli atri del nostro Dio.
Nella vecchiaia daranno ancora frutti,
saranno verdi e rigogliosi,
per annunziare quanto è retto il Signore,
mia roccia: in lui non c’è malvagità.
(Salmo 92, 12)
Così, generazioni diverse, vivranno insieme questo tempo di dolore e di gioia. Vinceranno.
Buona vita, Aung San Suu Kyi! Viva il popolo birmano!
Albertina Soliani