«Si caratterizza per la varietà delle forme di rappresentazione questa 22^ edizione del Festival di Resistenza, che si presenta con un cartellone di 7 serate dove insieme alle narrazioni teatrali più tradizionali compaiono spettacoli di teatro danza, passeggiate immersive itineranti, musica rap e folk.
E sono proprio il teatro e la musica ad animarne l’anteprima, in una serata che vede uniti il Festival di Resistenza con il Festival Toscanini.
È la dimensione di un teatro che non si ferma quella rappresentata dal Festival, di un’arte che propone sempre nuovi modi e forme per riflettere, per interrogare, per esplorare nuovi mondi. Che non si arrende a tentativi di uniformazione e di tacitazione. Elabora, sperimenta, prova a creare spazi di libertà. Resiste.
In occasione dell’avvio delle celebrazioni dell’80° della Resistenza, il Festival entra così nella complessità della Resistenza, che se storicamente – nella opposizione al nazifascismo – ha portato democrazia e libertà, assume oggi anche altre sfumature, nella sfera internazionale ma anche in quella più vicina alla vita delle persone, attualizzandosi nella resistenza all’attacco dei diritti, delle libertà, delle forme e espressioni della pluralità.
È la resistenza civile e l’opposizione politica al nazismo al centro de “La Rosa Bianca”, che riprende il nome scelto dal gruppo di studenti ribelli in Germania fra il 1942 e il 1943; ed è il filo salvifico della memoria a resistere all’oblio provocato dal distacco dalla terra delle origini che ci raccontano Klaus Martini in “PPP Ti presento l’Albania” e Nando Brusco in “Tamburo è voce”. Le conseguenze del capitalismo spinto, le contraddizioni della Storia, del tempo presente sono in “Rap. Requiem al poeta” e in “Muoio come un paese” (che riprende il titolo dell’opera di Dimitris Dimitriadis scritta nel 1978 dopo la dittatura dei colonnelli in Grecia) mentre sono i corpi con il loro movimento, la loro bellezza, le loro ferite e vulnerabilità al centro di “CorpiViolati” e “Assenza sparsa”.
Le compagnie provenienti da diverse parti di Italia, con contributi anche dall’estero, riconfermano il Festival come osservatorio privilegiato e riferimento per quel teatro che, pur nella diversità dei luoghi di creazione e elaborazione, trova un tratto unificante nel processo di rinnovamento del linguaggio della memoria, nell’attualizzazione della Resistenza alla nuove resistenze, nel promuovere anche consapevolezza critica del presente.
Temi e contenuti del lavoro artistico saranno approfonditi durante le interviste del DopoFestival, mentre ogni serata sarà animata dalle proposte di giovanissimi artisti under 30, attivi nel laboratorio Il Punto Critico».
Paola Varesi
Referente Festival di Resistenza
Responsabile Museo Cervi, Attività Culturali e Teatrali