È arrivata per Aung San Suu Kyi la prima sentenza del processo: quattro anni di carcere, 2+2. Riguardano due imputazioni: non aver rispettato le regole anti-Covid in campagna elettorale, istigazione alla protesta contro il golpe.
Accuse ridicole: ogni giorno ha insegnato al popolo come difendersi dalla pandemia, riuscendo a contenere il contagio. Lo sanno tutti. Quanto all’istigazione, è accusata di aver firmato una lettera dell’NLD (National League for Democracy) che invitava alla protesta contro il golpe. Come poteva firmare se era già stata arrestata e le era precluso ogni contatto con l’esterno?
Questo non è un processo, è una messa in scena, una truffa. Ha ricevuto undici accuse di reati, questa condanna ne riguarda due. Cosa arriverà in seguito?
Si sente dire che i quattro anni sono stati subito ridotti a due. Nulla è trasparente, niente è razionale. “Assurdo”, come ha detto Aung San Suu Kyi. Nelle settimane scorse è stato condannato a 11 anni il giornalista americano Danny Fenster, in carcere da mesi, dopo due giorni è stato liberato.
Questo processo è una strategia politica: vogliono lasciarla per sempre in carcere, Aung San Suu Kyi per i militari deve sparire dalla scena politica e così il suo partito, l’NLD. Hanno già arrestato più di 500 dirigenti, dal vertice alla base.
È la vendetta dei militari perché hanno straperso le elezioni, che ha stravinto Aung San Suu Kyi. Un gioco sporco, che travolge la democrazia. La verità è che i generali hanno una grande paura di lei.
Il 10 dicembre il popolo birmano dimostrerà ancora una volta la sua opposizione con lo sciopero di ogni attività, saranno chiusi in casa, vestiti di nero, con il gesto delle tre dita della mano destra alzate.
E le democrazie nel mondo? E i Paesi vicini? Come impedire ai militari di continuare nella loro azione illegittima e immorale?
Chiediamo l’immediata liberazione di Aung San Suu Kyi e degli altri arrestati con lei. Nel nome della democrazia. La democrazia in Myanmar è la nostra democrazia.
Albertina Soliani
Presidente Istituto Alcide Cervi
Già Presidente dell’Associazione Parlamentare Amici della Birmania