Casa Cervi, 10 dicembre 2024
Cari Amici,
spero per tutti voi il meglio possibile, in questa fase della vostra vita, in questo tempo così vivo e drammatico.
Tutto è così chiaro in questi giorni della storia del mondo. Si confrontano il bene e il male, la verità e la menzogna, la pace e la guerra. Come sempre. Oggi tutto è globale, contemporaneo, vicino.
Stanno dominando la scena i pochi potenti, violenti, non interessati alla democrazia. Dominano il potere incontrollato, il denaro e la finanza, le disuguaglianze e il venir meno dei diritti. Interi popoli sono oppressi e devastati. Le Resistenze ci sono, specialmente con giovani e donne. Finito l’equilibrio del secondo dopoguerra, non si intravvede un nuovo equilibrio, una prospettiva di pace. Almeno ci fosse il dialogo, e il cessate il fuoco nelle terre in conflitto.
La speranza può venire da ciascuno di noi, dalle coscienze, dalle comunità che credono nei valori umani universali. Conquistati sempre, e difesi, a carissimo prezzo. È sempre stato così. Non sfuggono le generazioni presenti a questo imperativo morale, l’unico che dà dignità al vivere: resistere per difendere l’umanità dalla disumanità. La stessa cosa che unisce ogni essere umano sotto tutti i cieli. Questa è la globalizzazione, “fratelli tutti”. Il resto, l’economia, la comunicazione, la tecnologia facilita o complica, è il bello della storia umana.
Oggi, più che mai, sentiamo la democrazia come il nostro tesoro, da portare nel futuro. Per le generazioni che verranno.
Stiamo celebrando l’80° della Resistenza e della Liberazione, lì siamo nati. Sabato sarò a Faenza, liberata nel dicembre 1944. Erano arrivati i Sikh, dal Punjab, le truppe coloniali con gli inglesi. Ci saranno anche i Sikh a ricordare, quelli del Grande Tempio di Novellara. È così tutto chiaro, come potremmo vivere in Italia, in Europa, nel mondo, diversamente dalle paure e dalle angosce presenti.
Non possiamo accontentarci di Meloni, Orban, Trump, Musk, Putin, Moḥammad bin Salmān Āl Saʿūd, Milei, Khomeinhi, Erdogan, eccetera. Tutti così simili. Non bastano i lamenti o i desideri delle opposizioni, tanto meno le loro divisioni. Occorrono programmi, una visione, leaders disinteressati. Verranno. A cominciare dall’Italia. Intanto teniamo accesa la luce, ovunque ci troviamo, nella notte che ancora ci avvolge. È uscito l’ultimo libro di Romano Prodi, “Il dovere della speranza”, una conversazione con Massimo Giannini. Una vita per la politica, fuori dagli schemi tradizionali. Una lettura che ti consegna il filo che tiene insieme le cose, che spiega gli avvenimenti.
Tutto è chiaro, confusa può essere solo la nostra capacità di rispondere alle sfide, la nostra capacità di esserci. Perché il punto è qui, bisogna esserci.
In Myanmar la resistenza sta vincendo sul campo, ma i militari ancora non cedono. Ricordiamo la Repubblica di Salò.
La Cina si muove tra i militari e la resistenza. Giungono notizie di una possibile liberazione di Aung San Suu Kyi, ma possono essere fake news, i militari temono attacchi a Naypyidaw e cercano di abbassare la tensione. La Cina sembra insistere, e così il Papa. Nelle faglie della storia, nei continenti che si muovono le vite rischiano di essere stritolate. Ma brilla la loro luce, tenace e invincibile.
Il 28 dicembre ricorderemo l’81° Anniversario della fucilazione dei sette Fratelli Cervi e di Quarto Camurri. La ricerca storica, pubblicata di recente da Viella su di loro, sta suscitando interesse. Sabato scorso l’abbiamo presentata a Roma all’ EUR al festival “Più libri più liberi”, con l’editore Viella e con Marco Damilano.
È nelle sale il film “Genoeffa Cocconi: i miei figli, i fratelli Cervi” del regista Marco Mazzieri. Anche la Rai è interessata alla vicenda.
Vivi più che mai, oltre il mito politico dei primi decenni. Restano esistenze esemplari, con il trattore e il mappamondo.
La mattina del 28 dicembre li ricorderemo nella Sala del Tricolore a Reggio Emilia, la città che ha visto la loro fucilazione, con Maurizio Viroli, studioso di Costituzione e politica in Italia e negli Stati Uniti.
La democrazia ci riguarda, ovunque. È il meglio che finora ha realizzato l’umanità. Oggi è la giornata dedicata dall’ONU ai Diritti Umani Universali.
In queste ore si compiono anche i primi ottant’anni della mia vita… Con una gratitudine infinita.
Nella liturgia di oggi si ascolta Isaia 40, 1-11
“Consolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati”. Una voce grida: “Nel deserto preparate la via del Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato”. Una voce dice: “Grida” e io rispondo: “Che cosa dovrò gridare?”. Ogni uomo è come l’erba e tutta la sua grazia è come un fiore del campo. Secca l’erba, il fiore appassisce quando soffio su di essi il vento del Signore. Veramente il popolo è come l’erba. Secca l’erba, appassisce il fiore, ma la parola del nostro Dio dura per sempre. Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: “Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precedono. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri”.
Sono parole buone per noi, anche per chi non crede.
Camminiamo verso il Natale, la luce illumina il nostro cammino.
Teniamola sempre accesa.
Un abbraccio,
Albertina
Albertina Soliani
Presidente Istituto Alcide Cervi