«Cari Amici,
l’anima della nostra Costituzione e della cultura democratica della nostra convivenza civile è a rischio.
Non solo sono più incerti i suoi fondamenti sociali, dal lavoro alla salute, dalla scuola al welfare, dalla cultura all’informazione, dalla giustizia ai diritti, ai doveri sul fisco, alla lotta alla corruzione e alla mafia.
Non sono più chiari né limpidi gli stessi caratteri storico-politici che sono alla base della Repubblica che è antifascista e democratica.
Non lo sono nel dibattito pubblico, a partire dalla maggioranza di governo e specialmente dal partito della Premier Meloni. Forse non lo sono neppure nel sentire comune. È un problema: etico, politico, culturale, istituzionale.
Ciò che è costantemente limpido e forte, nelle parole e nei gesti, è quanto esprime il Presidente della Repubblica, secondo la Costituzione e le sue radici resistenziali, antifasciste, umanistiche e solidali. Non lo è più dalle cariche successive in giù.
La matrice fascista e neofascista della maggiore forza politica al governo permane, si esprime, ispira scelte, dichiarazioni, comportamenti. La stessa Premier, impegnata a interpretare un ruolo di moderazione della politica in Italia e in Europa, ne è condizionata, per convinzione o per convenienza. I silenzi e le parole sono spesso al di sotto della sfida etico-politica dell’essere della Repubblica o, come lei preferisce dire, della “nazione”.
Un termine, nel ventennio fascista, travolto dal nazionalismo e dalle conseguenze più tragiche, che andrebbe usato con parsimonia e maggiore consapevolezza. Siamo appena agli inizi di una destra al governo le cui pulsioni si debbono ancora tutte dispiegare, mentre la matrice originaria trova oggi nel sovranismo, nel razzismo, nella paura, nel populismo il terreno fertile di una contemporanea stagione di intolleranza, violenza, autoritarismo. Di indebolimento della democrazia.
La vicenda della recente dichiarazione di Massimo De Angelis sulla strage di Bologna è emblematica: non solo prende le distanze, politicamente, dagli esiti processuali, non solo legittima il pensiero e le azioni di una rete neofascista di cui lui è parte, responsabile di stragi che nei decenni passati hanno segnato la vita del Paese, ma sembra estraneo e insensibile alla cultura dell’antifascismo e della Resistenza che ha cambiato la storia dell’Italia e dell’Europa, riscattandoci dalla vergogna del nazifascismo.
Chi non riconosce la verità di un popolo, da Sant’Anna di Stazzema di cui il 12 agosto ricorre il 79° anniversario, strage guidata dalle spie della Repubblica di Salò, alla strage di Bologna, non rispetta quel popolo. Tanto meno lo protegge.
La cultura democratica e antifascista è stata in grado di sanare le sofferenze e le ferite drammatiche dei popoli europei. Chi non la possiede, come fa a governare questi popoli? Come può oggi dimenticarla?
L’alternativa politica alla destra di oggi, in Italia e in Europa, deve partire dalle fondamenta. I popoli ne hanno bisogno, attendono un pensiero robusto, una visione lunga, programmi concreti, e una coerenza morale e politica che la renda credibile.
I prossimi mesi ci saranno le elezioni per il Parlamento Europeo: quella è la sfida. Nei giorni scorsi, su Repubblica, Luigi Zanda, già senatore del PD e Capogruppo al Senato, ha indicato l’Europa come la chiave politica per la riscossa del centrosinistra. Sono molto d’accordo con lui.
Tutto il resto, la pace e la guerra, la sostenibilità ambientale e l’intelligenza artificiale, la solidarietà, la giustizia sociale, le nuove generazioni, l’economia e il reddito di cittadinanza stanno sull’asse di una umanità consapevole dei valori fondativi, della dignità e dell’uguaglianza delle persone, della democrazia.
Lunedì scorso, a Bedonia, abbiamo ricordato Andrea Borri, nel ventennale della sua scomparsa. Un modo di vivere la politica, oltre i confini, dentro la società, incontrando le persone, lavorando con intelligenza, rispetto, coraggio.
Nel Borgo, scelto come identità di un’Associazione ancora oggi molto attiva, c’è il mondo, a partire dall’Europa.
La sua memoria ci restituisce integra la nobiltà della politica, il bene prezioso che anche oggi può salvare le nostre comunità e il mondo.
Il Myanmar è sempre ostaggio dei militari, e della loro follia. E con il Myanmar Aung San Suu Kyi. Il primo di agosto hanno prolungato di sei mesi lo stato di emergenza nel Paese, oltre le regole della loro costituzione. E hanno sbandierato l’amnistia, in occasione di una festività buddhista, per confondere l’opinione pubblica interna ed internazionale, alimentando false notizie di grazia e di liberazione su Aung San Suu Kyi.
Una piccola amnistia per lei di sei anni su 33 non cambia le cose. A noi lei risulta ancora in carcere.
E tuttavia, poiché i militari non hanno il controllo del Paese, qualcosa si muove. Sarebbe urgente una strategia politica internazionale di sostegno all’opposizione e alla resistenza del popolo, dalla Cina agli USA, dall’ASEAN all’India. E anche dall’UE, se fosse ciò che deve essere. Potrebbe esserci l’ONU, se fosse in piedi.
Intanto, un’ottantina di studenti birmani sta per raggiungere Parma per frequentare l’Università. Cercano salvezza altrove. Tutto si muove, tutto si tiene.
Li accoglieremo, con grande amicizia.
Cercano alloggio, chi ha notizie faccia sapere.
A Casa Cervi dal 23 al 27 agosto si terrà la XV edizione della Scuola estiva di Paesaggio «Emilio Sereni», tema “Paesaggio e crisi ambientale”.
Dall’1 al 3 di settembre a Mercato Saraceno porteremo una edizione speciale della Scuola di Paesaggio dal tema “Paesaggi in transizione ambientale, digitale, culturale. Sostenibilità, tecnologia, turismo”. Un abbraccio alla Romagna. Dal 29 al 31 di agosto ospiteremo a Casa Cervi la Scuola dell’Istituto Nazionale Ferruccio Parri di Milano per i docenti su “Didattica della storia e territorio: paesaggi, luoghi di memoria, musei diffusi”.
Si continua a seminare.
Vi auguro giorni buoni, di riposo e di intensi pensieri.
Grazie sempre dell’attenzione.
Albertina».
Albertina Soliani
Presidente Istituto Alcide Cervi