“Cari Amici” di Albertina Soliani – 14 dicembre 2022

 

«Cari Amici,

Tra poco è Natale, già ci avvolge l’intensità dei pensieri gli uni per gli altri, per i popoli martoriati, per le domande radicali che sentiamo nella coscienza: è possibile la pace, oggi? come trasformare le armi in falci, o in trattori come direbbero i Cervi? come coltivare la democrazia, così “fragile e deperibile”, come ci direbbe Tina Anselmi? come educare i giovani ad assumere responsabilità verso la vita, il creato, l’umanità, mentre la generazione degli adulti ha pensato prevalentemente a se stessa in questi decenni?
In questi primi anni del nuovo secolo, le sfide della storia, della politica, della vita personale sono la stessa cosa. Drammatiche, e non soltanto per gli esiti materiali. È a rischio la nostra anima, lo spirito dell’umanità. Tutto si tiene, anche la corruzione al Parlamento Europeo, un tradimento del sogno di Ventotene, delle Resistenze in Europa così ben raccontate, per la parte cattolica, da Giorgio Vecchio nel suo recente “Il soffio delle Spirito”, editrice Viella.
Un altro segno della fragilità della democrazia, come l’assalto al Campidoglio degli USA, il tentativo di golpe in Germania, l’80% dei Paesi del mondo non democratici. Non dimenticando i lunghi decenni della strategia della tensione in Italia, delle stragi, del tentativo di golpe Borghese, del terrorismo.

Nei due giorni del convegno “L’Italia dei Cervi. L’Italia del Cervi”, abbiamo ritrovato le radici della Repubblica e della Costituzione, le giovani piante scaturite dalla Resistenza. Nata dalla sofferenza dei giusti, direbbe Dietrich Bonhoeffer, che resistono alla malvagità, riconoscendone l’empietà. La dignità dell’uomo è sempre a caro prezzo.
Lunedì scorso, a Marola, abbiamo riflettuto sull’Antifascismo oggi e sul ruolo dei luoghi di memoria. A Marola, come ci ha ricordato Pierluigi Castagnetti, veniva Giuseppe Dossetti con i suoi e con altri nel dopoguerra, lì hanno fatto alcuni articoli della Costituzione. Marola è un luogo matildico, con la pieve romanica, circondata da castagni secolari.
Ve n’è uno, che ho adottato dedicandolo ad Aung San Suu Kyi. Di lei, sempre in isolamento nel carcere di Naypyidaw, si sa che ha detto recentemente a Sean Turnell, il suo economista australiano recentemente liberato dal carcere, e che l’ha vista al processo: “Sono orgogliosa dei giovani del Myanmar che difendono la democrazia”.
Recentemente sono stati condannati a morte altri sette studenti dell’Università di Yangon. Come i sette Fratelli Cervi, come i sette Fratelli Maccabei.
La comunità internazionale sa? E se sa, che fa? Gli USA stanno approvando una legge che sostiene l’opposizione in Myanmar, l’UE sta aumentando gli aiuti umanitari, la Cina guarda ai tempi lunghi di una pacificazione nazionale, la Russia continua a fornire armi e sostegno politico ai militari ma essa stessa ha il futuro incerto.
Vi allego un mio articolo, pubblicato a dicembre sulla Rivista di Studi Politici dell’Istituto San Pio V di Roma, dedicato all’Asia. Una delle frontiere del mondo nuovo. L’articolo si intitola: “Myanmar: il coraggio della democrazia in Asia”.

Sono stata chiamata a far parte del Comitato Costituente del nuovo PD che entro il 22 gennaio dovrà presentare la Carta dei valori. Un modo per aiutare l’Italia democratica. Alcuni passi, sul cammino di una democrazia che oggi ha bisogno di molte energie, di diversi soggetti e strumenti, di una grande partecipazione. Perché tutto si muove, tutto è a rischio, ma anche tutto è possibile. La recente scoperta sull’atomo in California ci dice che le energie della vita vincono di nuovo sulle prospettive della morte.
Il duello “stupefacente” della Sequenza Pasquale, continua: fra la luce e le tenebre, tra la morte e la vita.
Il Natale torna sempre, il Natale sono loro, in Myanmar e ovunque i giusti soffrono.
State bene, e vigili.

Un abbraccio,

Albertina»

 

Albertina Soliani
Presidente Istituto Alcide Cervi
Vicepresidente ANPI Nazionale
Già Presidente dell’Associazione parlamentare “Amici della Birmania”.

Prova anche

“Cari Amici” di Albertina Soliani – 10 dicembre 2024

«Stanno dominando la scena i pochi potenti, violenti, non interessati alla democrazia. Dominano il potere incontrollato, il denaro e la finanza, le disuguaglianze e il venir meno dei diritti. Interi popoli sono oppressi e devastati. Le Resistenze ci sono, specialmente con giovani e donne. Finito l'equilibrio del secondo dopoguerra, non si intravvede un nuovo equilibrio, una prospettiva di pace. Almeno ci fosse il dialogo, e il cessate il fuoco nelle terre in conflitto.»