“Per non morire. La lezione di Enzo Sereni (1905-1944)”

Il 18 novembre 1944 moriva Enzo Sereni, fucilato nel campo di concentramento di Dachau. A 80 anni dalla scomparsa dell’attivista, partigiano e scrittore di famiglia ebraica, la Treccani di Roma, sua città natale, organizza una Giornata di studi intitolata “Per non morire. La lezione di Enzo Sereni (1905-1944)”, in programma lunedì 18 novembre 2024 presso l’Istituto della Enciclopedia Italiana. 

All’incontro saranno presenti Albertina Soliani, Presidente dell’Istituto Alcide Cervi, e Chiara Visentin, Responsabile scientifica della Biblioteca Archivio che conserva il patrimonio archivistico e librario di Emilio Sereni – fratello minore di Enzo Sereni – politico, partigiano, studioso del mondo contadino e “padre” della storia del paesaggio agrario italiano.

Uomo di profonda cultura, socialista e sionista, Enzo Sereni ha combattuto attivamente negli anni della Seconda guerra mondiale a fianco degli Alleati: prima nelle fila dell’Intelligence britannico, poi come istruttore dei paracadutisti palestinesi destinati ad essere lanciati in territorio nemico. Fu catturato dai tedeschi dopo essere stato paracadutato sulla “linea gotica” e incarcerato a Verona come prigioniero di guerra. Infine, fu deportato a Dachau, dove venne fucilato.

Lo scorso giugno l’Istituto Cervi ha organizzato la mostra documentaria “Libri di famiglia. La radice ebraica di Enzo ed Emilio Sereni”, esposta al MEIS di Ferrara, per approfondire le origini della Famiglia Sereni.

Enzo e Emilio Sereni, nonostante le vite e i punti di vista differenti – il primo era un sionista convinto, il secondo era comunista – erano profondamente legati. Il 1° novembre 1945 Emilio Sereni scriveva così alla madre e alla sorella a proposito della morte del fratello Enzo: «qualcosa, davvero, si è rotto dentro, non un’altra cosa, ma tutta una parte di me stesso […]. Si è rotta tutta la mia vita, si è rotta come la mia gioventù».

La figlia di Emilio Sereni, Anna, docente presso l’Università “Kore” di Enna, fa parte da anni del Comitato Scientifico dell’Istituto Cervi e della Scuola di Paesaggio «Emilio Sereni».

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