Gli archivi dell’Istituto: al lavoro sul fondo Emilio Sereni

 

Accogliendo le direttive provenienti dalla Regione Emilia-Romagna rivolte agli istituti storici, l’Istituto Alcide Cervi ha avviato a partire dal 2022 una serie di interventi su alcuni dei fondi archivistici che conserva nei suoi locali. Due progetti riguardano il fondo Emilio Sereni, uno degli archivi di persona che, insieme agli archivi di associazioni contadine e sindacali, compongono il complesso dell’Archivio storico nazionale dei movimenti contadini italiani. L’ASNMCI deriva dalla confluenza di numerosi fondi indipendenti nell’archivio dell’allora costituente Alleanza Nazionale Contadini Italiani (oggi CIA – Agricoltori italiani), che ha deciso poi di donare il suo patrimonio archivistico e parte di quello librario all’Istituto Alcide Cervi nel 1972, al momento della sua fondazione.

Emilio Sereni

Il fondo Sereni si è costituito nel corso della vita del famoso politico antifascista e raccoglie un’enorme quantità di materiali da lui utilizzati ai fini dei suoi studi: libri e riviste, che compongono la Biblioteca, e un vasto insieme di cosiddetti excerpta (articoli di riviste, capitoli di volumi, ritagli di quotidiani, recensioni, eccetera), raccolti nell’Archivio bibliografico. I soggetti vanno dalla storia all’economia, dall’archeologia alla politica, dalla linguistica all’agronomia; uno dei temi più rappresentati, al quale Sereni dedicò grande parte del suo lavoro, è senz’altro la storia del paesaggio agrario italiano.

Gli estratti dell’Archivio Bibliografico, dopo una lunga storia e una serie di interventi archivistici parziali, sono oggi suddivisi in numerose cartelle tematiche raccolte in 748 buste d’archivio. Nell’estate del 2022, con l’approvazione della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica dell’Emilia-Romagna, l’Istituto ha avviato un intervento massiccio di inventariazione di questo materiale a opera di un’archivista qualificata, con un duplice scopo: da un lato, avere a disposizione uno strumento utile sia all’Istituto per poter meglio gestire, conservare e dominare il materiale in suo possesso, sia agli studiosi e al pubblico generale ai fini delle loro ricerche; dall’altro, rendere possibile l’identificazione e in seguito la valorizzazione di pezzi di particolare interesse storico o documentario, rari, pregiati o non presenti altrove in Italia, anche tramite una fase di digitalizzazione mirata.

La Biblioteca-Archivio «Emilio Sereni»

Il progetto prevede anche il ricondizionamento di una serie di materiali fotografici (negativi su lastra e su pellicola, positivi) sul paesaggio agrario italiano di metà Novecento preservati nel fondo più propriamente archivistico di Sereni, e in seguito la digitalizzazione e pubblicazione delle immagini, per favorirne la conservazione – fisica e digitale – e l’accessibilità da parte del pubblico. 

Sia l’inventario sia le digitalizzazioni prodotte, saranno riversati sui portali gestiti dal Settore patrimonio culturale della Regione, in particolare su Archivi ER – Sistema informativo partecipato degli archivi storici in Emilia-Romagna, dove sono già disponibili e consultabili le descrizioni e gli inventari compilati finora.

L'archivista Caterina Bavosi al lavoro

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