Quelle che vedi esposte sono appartenute ad alcuni dei compagni di lotta dei fratelli Cervi.
Quella di Massimo Cervi, loro cugino è una giacca a sahariana, realizzata in cotone di colore verde, senza fodera, con quattro bottoni di allacciatura a scomparsa e quattro tasche applicate con cannone centrale e patta chiusa da bottone. Controspalline fisse, fermate da un bottone. Mentre la giubba di Otello Sarzi, compagno di lotta e già attivo coi fratelli Cervi nelle azioni di propaganda contro il regime, sempre di forma sahariana, è realizzata in cotone marrone, senza fodera, con cinque bottoni di allacciatura e quattro tasche applicate, le due superiori con cannone centrale e patta chiusa da bottone. Dotata di controspalline fisse fermate da un bottone. Pince sul retro nella parte centrale inferiore. La particolarità di questa giubba è nelle mostrine che si riferiscono alle divisioni partigiane valsesiane sul colletto e col distintivo di grado triangolare sulla tasca sinistra. Mentre in corrispondenza del braccio sinistro si nota la targhetta in lino rosso con nome (Otello) ricamato con cotone bianco. Il distintivo triangolare con due stelle indica il grado di “comandante di distaccamento”, in genere il fondo era rosso: in questo caso il fondo verde indica che
il possessore era anche “commissario politico”. Le righe bianche delle mostrine valsesiane, indicano che il possessore aveva trascorso due inverni sui monti. L’edelweiss (stella alpina) presenta tre foglie alla base, a differenza di quella dei Gebirgejager (alpini) tedeschi che ne avevano due.