“Liberare il Myanmar”: l’appello di Albertina Soliani due anni dopo il golpe militare

1° febbraio 2023

Due anni dopo il colpo di stato dei militari in Myanmar, continua la resistenza di un intero popolo. Continua la resistenza in carcere di Aung San Suu Kyi, recentemente condannata a 33 anni di reclusione alla fine di un processo farsa. Aung San Suu Kyi e il popolo del Myanmar meritano il più grande rispetto e la più attiva solidarietà dell’intera umanità.

Mentre cresce la repressione della giunta militare, anche con i bombardamenti e l’intelligence, mentre l’economia è al collasso e la crisi umanitaria colpisce milioni di persone, il popolo ogni giorno resiste, resistono i parlamentari alla macchia, resiste il Governo di Unità Nazionale (NUG), resistono i gruppi di difesa del popolo.

Qualcosa si muove nella comunità internazionale nelle ultime settimane. Cina, Russia e India non si sono opposte alla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che chiede il ripristino della democrazia. Gli Usa sostengono il NUG e l’opposizione, l’ASEAN oggi a guida Indonesia insiste sui 5 punti che chiedono un cambiamento politico in Myanmar. La Cina continua a ritenere come necessari interlocutori Aung San Suu Kyi e il suo partito, mentre dialoga con il NUG e i gruppi etnici. L’Italia e l’Unione Europea sostengono il ripristino del processo di democratizzazione avviato in Myanmar e oggi brutalmente interrotto. 

Ieri alcune senatrici italiane, tra le quali Sandra Zampa, Susanna Camusso, Enza Rando, del PD, hanno incontrato in videocollegamento donne parlamentari del Myanmar. 

Tutti, in Myanmar e nel mondo, rifiutano di riconoscere eventuali prossime elezioni indette dalla giunta militare in cerca di legittimazione. 

Ogni giorno, nel mondo, in Myanmar e in altri Paesi, persone e popoli vogliono e difendono la democrazia.

Noi siamo uniti a loro nella medesima scelta. Chiediamo alla comunità internazionale che tolga dall’oblio il Myanmar, sostenga il popolo birmano e il Governo di Unità Nazionale, la liberazione di Aung San Suu Kyi e di tutti i prigionieri politici.

Sosteniamo l’intero popolo del Myanmar, le donne, i giovani perché si realizzi presto il loro e il nostro sogno di democrazia, di riconciliazione e di pace. 

 

Albertina Soliani
Presidente Istituto Alcide Cervi
Già Presidente Associazione parlamentare “Amici della Birmania”

 

Prova anche

“Cari Amici” di Albertina Soliani – 10 dicembre 2024

«Stanno dominando la scena i pochi potenti, violenti, non interessati alla democrazia. Dominano il potere incontrollato, il denaro e la finanza, le disuguaglianze e il venir meno dei diritti. Interi popoli sono oppressi e devastati. Le Resistenze ci sono, specialmente con giovani e donne. Finito l'equilibrio del secondo dopoguerra, non si intravvede un nuovo equilibrio, una prospettiva di pace. Almeno ci fosse il dialogo, e il cessate il fuoco nelle terre in conflitto.»