“Un anno di Resistenze nel mondo” di Albertina Soliani

 

«La pace, la democrazia, l’Europa: nel tempo della guerra.
Questa la linea che sta attraversando intensamente le nostre coscienze e le nostre scelte.
Essa è nata ottant’anni fa, nel cuore dell’Europa devastata dal nazifascismo, riscattata dalla Resistenza e dalla Liberazione. A questa scelta non possiamo rinunciare.
Un anno dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, che ha colpito la sovranità di un popolo e di uno stato, il diritto internazionale, i valori umani universali, noi, italiani ed europei, resistiamo con i popoli aggrediti, con le donne e gli uomini che nel mondo oggi cercano di nuovo la libertà, la democrazia, la pace. Sfidata, questa nostra generazione, a far cessare la guerra oggi, a costruire un mondo di pace per il futuro.
La memoria antifascista e della Resistenza, che vive nella democrazia e nella Costituzione, ci chiede, con la stessa urgenza e la stessa responsabilità di allora, di testimoniare il nostro impegno oggi. Nell’ottantesimo anniversario dell’inizio della Resistenza, l’8 settembre 1943, e della fucilazione al Poligono di Tiro a Reggio Emilia dei sette Fratelli Cervi e di Quarto Camurri, e un mese dopo di Don Pasquino Borghi e dei suoi otto compagni, il nostro impegno sarà ancora più grande.
Sappiamo riconoscere oggi il diritto dei popoli a difendersi dalle aggressioni violente e brutali, a vedere rispettati i diritti umani universali, le loro aspirazioni alla libertà, alla democrazia e alla pace. Tra le vittime e i carnefici, la nostra scelta è stare dalla parte delle vittime.
Un anno dopo l’invasione dell’Ucraina, la devastazione materiale e morale, le centinaia di migliaia di vittime, ucraine e russe, è tempo di iniziare un dialogo internazionale, adeguato alla sfida, che determini il cessate il fuoco, trattative per una pace giusta, la fine di ogni atrocità il più presto possibile.
L’Unione Europea sia protagonista con una iniziativa politica che dia luogo ad una strategia per il rispetto del diritto internazionale e dei valori umani universali, e costruisca la pace affrontando le sfide e gli interessi che oggi sono sul campo: l’energia, la salvaguardia del pianeta, l’uguaglianza e la giustizia delle condizioni economiche e sociali. Sia fermata immediatamente ogni spinta verso il riarmo e l’abbassamento delle difese di fronte al rischio nucleare.
La politica torni ad essere strumento di pace, non il campo della violenza, della paura, dei conflitti. Per questo è necessario un grande investimento nell’educazione, nella cultura, nel cambiamento della coscienza collettiva.
Il fascismo, sempre in agguato, nasce con l’abdicazione della coscienza vigile di fronte al proprio tempo.
Ricordiamo con l’Ucraina i numerosi luoghi nel mondo di oggi nei quali il confronto tra i totalitarismi e le democrazie si consuma nella violenza, nell’oppressione, nella repressione, nelle atrocità senza fine, di fronte alle quali solo i popoli e le coscienze, spesso a mani nude, difendono i valori umani e democratici, contro la disumanità. In Myanmar, in Iran, in Afghanistan, nel Medio Oriente, in Africa, in America Latina.
Nella notte ho partecipato ad una sessione parlamentare del CRPH (Commitee Representing Pyidaungsu Hluttaw), una riunione online di parlamentari birmani, che vivono alla macchia sotto la dittatura dei militari dopo il colpo di stato del 1 febbraio 2021. Sono pronti a dare la vita per il loro popolo, per la democrazia.
La scelta di allora riguarda noi oggi.
La nostra solidarietà raggiunge le donne, i giovani, i popoli che in ogni parte del mondo non intendono rinunciare ai valori della dignità umana e della pace.
Ancora una volta il trattore e il mappamondo di Casa Cervi sono fonte di ispirazione per il tempo che stiamo vivendo. Per il campo da coltivare, liberandolo da pietre, erbacce e rovi, come i partigiani ci hanno insegnato».

Gattatico, 24 febbraio 2023

 

Albertina Soliani
Presidente Istituto Alcide Cervi

Pubblichiamo l’articolo uscito sulla Gazzetta di Reggio il 24 febbraio 2023.

Prova anche

“Cari Amici” di Albertina Soliani – 10 dicembre 2024

«Stanno dominando la scena i pochi potenti, violenti, non interessati alla democrazia. Dominano il potere incontrollato, il denaro e la finanza, le disuguaglianze e il venir meno dei diritti. Interi popoli sono oppressi e devastati. Le Resistenze ci sono, specialmente con giovani e donne. Finito l'equilibrio del secondo dopoguerra, non si intravvede un nuovo equilibrio, una prospettiva di pace. Almeno ci fosse il dialogo, e il cessate il fuoco nelle terre in conflitto.»