Parma, 22 novembre 2021
Cari Amici,
i giorni con il Myanmar a Parma sono stati intensi e forti, come era necessario che fossero di fronte al dramma che sta vivendo la Birmania. Non basta parlare qualche volta del Myanmar, c’è solo da condividere. Coinvolgendo le persone, intrecciando vite e pensieri, immergendosi nella storia, facendo crescere l’azione della Comunità Internazionale, sostenendo il coraggio e la fiducia nella vittoria del popolo birmano. Con tutte le nostre forze.
Un’intera città, Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020+21, ha dato voce al Myanmar, con il quale vive da tempo rapporti di amicizia. Insieme all’Istituto Alcide Cervi, che porta nella contemporaneità la memoria della Resistenza e la passione per la democrazia. Insieme all’Associazione per l’Amicizia Italia Birmania “Giuseppe Malpeli”, nata tredici anni fa, che con i passi di Giuseppe e i nostri passi cammina da allora con il popolo birmano e con Aung San Suu Kyi, mano nella mano, nella gioia e nel dolore
Sono stati con noi il Comune e la Provincia di Parma, Comitato per Parma 2020, Fondazione Promo Pa, l’Università degli Studi di Parma e la Regione Emilia Romagna, le Scuole dell’Infanzia del Comune di Parma e la Fondazione Carlo Collodi, i Centri Giovani del Montanara e della Casa del Parco, la Chiesa e i Frati di San Francesco del Prato, ALMA – la Scuola Internazionale di Cucina Italiana, il Teatro Regio di Parma, il Coro di voci bianche e giovanile di Parma Musicale, il Cinema Astra, il Teatro delle Albe di Ravenna, l’ANPI di Parma, la Libreria Feltrinelli, la Libreria del Teatro di Reggio Emilia, la Fondazione don Carlo Gnocchi, Religions for Peace, la Casa della Pace di Parma, gli amici di Treviglio dell’Associazione, gli amici di Monza e di Varese, la Gazzetta di Parma, la Casa dei Gesuiti, l’Hotel Verdi, la Residenza Dalla Rosa Prati, Casa Verdi “Nabucco”, il noleggio auto di Luca Benassi, Sinapsi Group, Macrocoop Servizi per la comunicazione, Silvana Erasmi grafica e comunicazione.
Sono stati con noi, e noi con loro, gli studenti di Parma, a cominciare dal Liceo Classico e Linguistico “Gian Domenico Romagnosi” e la Rete di Scuole per la Pace di Parma (Liceo “Attilio Bertolucci”, Liceo Scientifico “Guglielmo Marconi”, Liceo Scientifico “Giacomo Ulivi”, Liceo Artistico “Paolo Toschi”, Convitto Nazionale “Maria Luigia”, I.S.I.S.S. “Pietro Giordani”), la Scuola secondaria di primo grado “Fra Salimbene” e l’Ufficio Scolastico Provinciale. Abbiamo vissuto insieme grandi emozioni, ricevendo dagli studenti e dai loro docenti una grande lezione di vita, di etica, di cultura. Loro rendono già ora il mondo migliore.
Sono state con noi e con il Myanmar le Autorità cittadine, Ministri del Governo di Unità Nazionale (NUG), rappresentanti del Governo italiano, degli organismi internazionali, giornalisti, Parlamentari italiani ed europei, amici del Myanmar come Jean Todt e Romano Prodi.
Sono stati con noi gli amici che dalla Birmania ci hanno inviato messaggi anonimi, per ragioni di sicurezza.
Sono stati con noi i birmani che vivono in Italia, e Chan Chan, grande cantante che sostiene il suo popolo. Il flash mob in Piazzale della Pace, a pochi passi dal Monumento al Partigiano, presso il quale nell’ottobre 2013 ha sostato Aung San Suu Kyi, ha unito la Resistenza italiana e la resistenza oggi in Myanmar. Con noi e per noi gli amici birmani hanno cucinato, danzato, raccontato, pregato.
Siamo stati così uniti in questi giorni e so che questa è la base per il futuro del Myanmar, per la sua ricostruzione. I popoli che scelgono la democrazia e la pace le costruiscono insieme.
Adesso non è possibile andare in Birmania, in questi giorni la Birmania è venuta in Italia.
Tanti amici hanno lavorato perché tutto questo fosse possibile. Gesù de marè! Grazie.
Ogni momento penso ad Aung San Suu Kyi, al suo isolamento, al suo silenzio, alla condanna che l’attende. Penso alla sua intera vita.
Penso alle vittime di ogni giorno, alla fatica, all’insicurezza, alla paura della gente. Tutto questo deve finire. Subito. La violenza, la malvagità, la disumanità stanno devastando il Myanmar, le energie del bene le stanno contrastando, anche a prezzo della vita. Questa sfida ci riguarda.
Per questo continuiamo a lavorare. Il network internazionale che abbiamo costituito, “Alliance for a Democratic Myanmar”, è già al lavoro, prenderà nuove iniziative. Anche il team internazionale di avvocati sta seguendo il processo ad Aung San Suu Kyi e agli altri leader verificandone l’assurdità. Nel mondo globale, laddove è sceso il buio, devono accendersi le luci.
Verrà il giorno nuovo, il giorno della libertà dalla paura, se noi lo chiameremo come sentinelle nella notte.
Thuzar, la nostra amica birmana che è imprenditrice a Milano, ci ha detto: “Continuiamo a camminare insieme”. È così: continueremo a camminare insieme. Sulla strada della libertà, dell’amicizia, della democrazia. La stessa strada per loro e per noi, per tutti.
Con noi cammina ancora Giuseppe.
Allego un messaggio che la Comunità birmana in Italia ha pubblicato in questi giorni su Facebook.
Grazie a tutti. Non ho altre parole.
Mingalaba.
Albertina
È passato quasi un anno dal primo febbraio, il giorno in cui c’è stato il colpo di stato. La resistenza del popolo birmano continua senza mai mollare ma continuano anche le tragedie e le crudeltà disumane dei militari. Le notizie che ci arrivano tutti i giorni sono intrise di lacrime, dolore e sofferenza.
In tutto questo periodo, la vita di un’intera popolazione è stata stravolta. Nessuno di noi ha ritrovato la normalità che c’era prima. I sogni di tanti sono stati infranti, una vita di sacrifici e impegno per stabilirsi con un lavoro, una casa, una famiglia sono stati frantumati o persi, e tanti altri hanno vissuto la violenza e visto la morte in una maniera così crudele e indescrivibile.
Ci viene da domandare cosa vogliamo ricordare di questo tragico momento? Sappiamo che la ricerca di positività non riempie il vuoto ma non possiamo dimenticare che non c’è stata solo la morte e la tragedia in questa rivoluzione. C’è stata un’unità del popolo come non si è mai visto in Birmania. C’è stata una solidarietà, un aiuto reciproco e la cosa più importante è una resistenza indistruttibile. La resistenza per il bene comune, per la giustizia e per il futuro di migliaia di persone!
Una cosa sicura è che non siamo stati soli. Non stiamo lottando da soli ma con gli amici e con le persone che hanno a cuore costruire un mondo migliore. I movimenti di Parma di questi cinque giorni per la democrazia in Myanmar, sono stati la testimonianza che farà parte della storia della Birmania come quella dell’Italia. Perché quello che abbiamo costruito oggi è per il domani. Noi non molliamo fino alla vittoria del popolo anche per questa fede incrollabile.
I cinque giorni di Parma sono stati giorni intensi, piena di incontri e attività. Tutte le persone che sono state coinvolte in questi giorni faranno parte della storia. Una storia contraddistinta dalla compassione, solidarietà e tanto, tantissimo affetto. Abbiamo avuto l’occasione di sorridere che da tanto tempo credevamo fosse non più possibile. Abbiamo pianto ma siamo uniti come non mai. Ci siamo sentiti abbracciati, amati. Ogni abbraccio, ogni mano tesa, ogni gesto o una semplice parola di incoraggiamento alimenta la forza per andare avanti tutti i giorni.