Un tesoro di Museo — Gli oggetti del Museo di Casa Cervi

Un tesoro di Museo è il nuovo progetto dedicato alla valorizzazione di alcuni oggetti esposti nel percorso di visita del Museo di Casa Cervi e delle collezioni a cui appartengono.

Come ogni museo, quello di Casa Cervi racconta la sua storia attraverso il proprio patrimonio: documenti, oggetti, arredi appartenuti alla Famiglia Cervi e opere d’arte, veri e propri scrigni di memoria. Questi elementi ampliano la comprensione della storia della famiglia, del contesto storico e delle memorie ad esso legate, creando un ponte con il presente. Alcune collezioni, in particolare quella artistica, continuano infatti ad arricchirsi grazie alle opere di artisti e artiste contemporanei.

Il riallestimento delle sale del Museo, avvenuto nel 2021, ha evidenziato come alcuni di questi oggetti abbiano storie e significati particolari, ma siano anche capaci di evocare temi universali, stimolando connessioni con l’attualità, curiosità e approfondimenti. Un tesoro di Museo si propone di mettere in luce proprio queste storie e connessioni, valorizzando gli oggetti e isolandoli, per un attimo, dal flusso della narrazione. 

Da febbraio ad agosto 2025, ogni mese avrà un suo oggetto simbolico, scelto in relazione a una data del calendario civile, a una stagione o a un evento particolare. Ogni oggetto ‘del mese’  sarà contrassegnato da un mazzo di papaveri e spighe di grano: nell’80° anniversario della Liberazione, non potevamo che scegliere il papavero, simbolo della Resistenza e del sacrificio di migliaia di partigiani e partigiane in Italia.

I visitatori potranno così conoscere più da vicino il patrimonio materiale del Museo, non solo come luogo di memoria collettiva, ma anche come spazio in cui riscoprire pezzi della propria storia. 

Nella Sala 1 del Museo di Casa Cervi si trova il grande proiettore che venne utilizzato il 17 febbraio 1968 al Teatro Municipale di Reggio Emilia (oggi Teatro Valli) per la proiezione del film I Sette Fratelli Cervi, diretto da Gianni Puccini. Il film ebbe un enorme successo e fu fondamentale per far conoscere la storia della Famiglia Cervi al grande pubblico italiano e internazionale.

Il proiettore è un oggetto imponente e affascinante, che ci ricorda come il cinema sia stato un veicolo importante per diffondere i messaggi e i valori della Resistenza italiana, anticipando la ricerca storica e supplendo in alcuni periodi al silenzio delle stesse istituzioni nazionali.

Il proiettore – di marca Fedi – apparteneva alla ditta Brenno Miselli, installatori di macchinari per la proiezione, e si trovava a Reggio Emilia. È stato donato al Museo Cervi da Mario Ferretti, per anni operatore cinematografico presso il Comune di Reggio Emilia, che lo ebbe in dono dallo stesso Brenno Miselli nel 2008, al momento della chiusura della ditta Miselli.

Il film I Sette Fratelli Cervi di Gianni Puccini, con Gianni Amelio come aiuto regista, rappresenta una delle opere più significative del cinema sulla Resistenza. Interpretato da attori di rilievo come Gian Maria Volonté, Carla Gravina, Riccardo Cucciolla e Lisa Gastoni, il film è tuttora riproposto dalle reti televisive. Alcune scene del film sono visibili nella Quadrisfera, la grande installazione multimediale che dal 2005 è inserita all’interno del percorso del Museo di Casa Cervi.

All’interno del Museo, in Sala 3, è presente il grande telaio. Attrezzo fondamentale dell’economia contadina e in particolare del lavoro delle donne, il telaio si trovava generalmente nella stalla, dove veniva utilizzato nei mesi invernali, fino ai primi mesi della primavera.

Con il telaio si produceva tutto l’abbigliamento necessario, insieme a biancheria, corde e sacchi, utilizzando prevalentemente la canapa, coltivata direttamente dai contadini. Anche i Cervi la coltivavano, seguendo tutte le fasi di lavorazione, compresa la macerazione.

La tessitura, fase finale del ciclo della canapa, era un’attività svolta soprattutto dalle donne. Durante l’inverno, nella stalla riscaldata dagli animali, il suono del telaio accompagnava momenti di vita familiare, tra racconti, giochi e, a Casa Cervi, anche letture. Genoeffa Cocconi, madre dei fratelli Cervi, organizzava le attività della tessitura: sapeva filare, ordire, leggere e raccontare le fole, tessendo non solo stoffe, ma anche relazioni all’interno della famiglia.

A differenza di altri strumenti di lavoro esposti, il telaio non è l’originale appartenuto alla famiglia, ma un modello identico. L’originale è stato distrutto nell’incendio del 25 novembre 1943, appiccato dai fascisti per catturare i Cervi e la loro banda di primi resistenti.

M’Illumino di Meno 2025
UN ANTICO FILO RESISTENTE
LA CANAPA SOSTENIBILE A CASA CERVI

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